Kuzan Oda

Oda Kuzan, fu uno dei tre aiutanti che lavorarono nel laboratorio di Bob Loveless.

Steve Johnson dal 1971 al 1974, poi Kuzan Oda 1976 – 1980, poi Jim Merritt dal 1981 circa

Fecero collaborazioni con Bob Loveless anche Wood e Parke ma a quel che so non lavorarono mai realmente nel laboratorio di Bob.

Kuzan andò in America con lo scopo di imparare ad usare le armi, era un grande amante della caccia, inizialmente non era interessato alla costruzione dei coltelli. Cominciò a lavorare nell’ ambito della coltelleria per guadagnarsi da vivere.

Kuzan Oda ha realizzato moltissimi coltelli Loveless presso/con R.W. Loveless per quattro anni a partire dal 1976. Kuzan dice: “Potrei affilare i coltelli di Bob ad gli occhi chiusi…”

I coltelli originali NY Special furono affilati da Kuzan Oda.

Kuzan realizzava i coltelli che venivano poi venduti con il nome e logo del mentore (Loveless).

Inizialmente Kuzan lavorava di nascosto nel laboratorio di Bob perché non aveva ancora la carta verde che gli permetteva la regolare accettazione in Us da immigrato.

Kuzan Oda ha trascorso un periodo piuttosto lungo lavorando come apprendista nella bottega di R.W. Loveless. Dopo un litigio le loro strade si separarono e il signor Oda trascorse del tempo in diversi posti negli Stati Uniti producendo coltelli.

Si trasferì più volte negli anni, Colorado Springs, Idaho poi Alaska.

La rottura dei rapporti avvenne quando Loveless iniziò a realizzare orologi con doppio nome con l’altro suo allievo, SR Johnson, che aveva lavorato con Loveless per meno tempo di Oda. Il litigio sembra fosse nato dal fatto che Kuzan faceva coltelli per Loveless ma il suo nome non era mai comparso nel logo

Dopo la separazione Kuzan realizzo collaborazioni per Pacific Cutlery (ora Benchmade) la quale realizzò le versioni di produzione di alcuni dei suoi coltelli.

Attualmente il signor Oda vive in Giappone ed è un fabbro certificato. I suoi coltelli sono opere d’arte molto belle e sono molto difficili da trovare e ricercatissimi nell’ ambito collezionistico.

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Tornò in Giappone intorno al 1992 e divenne un forgiatore di spade giapponesi.

Ha imparato la lavorazione della spada giapponese da Yoshindo Yoshihara,

ed ha ottenuto la licenza dal Ministero della Cultura giapponese come fabbro riconosciuto.

Barry B. Wood

Era un ingegnere e la sua esperienza professionale lo aiutò molto nel creare ottimi disegni

ma soprattutto gli permise di giocare con la meccanica inventando nuovi sistemi di apertura e chiusura.

Una sua grande passione erano il mare e la vela e per questo cercò di realizzare un coltello che fosse forte e potesse essere aperto con una sola mano.

Inventò un  meccanismo unico di apertura/chiusura, i coltelli di Barry sono stati indicati con vari nomi, come “swinglock”, “swivel knife”, “rotating folder”, “Wood lock”. Barry iniziò la sua produzione di coltelli nel suo garage/laboratorio a Venice, CA. Iniziò la vendita dei suoi coltelli nel 1967

Successivamente aprì  un secondo negozio sempre a Venice.

Gli interessanti coltelli pieghevoli di Barry attirarono l’attenzione dei ragazzi della Colt Firearms, che gli commissionarono la produzione della Colt Tuck a way Folder. Modellato sul modello Mk.1 di Barry, il “Tuck a way” rimane il più insolito dei coltelli Colt. Il “Tuck a way” fu introdotto nel 1969 e la produzione continuò fino al 1978.  La produzione totale di coltelli Colt/MK 1 è stata di oltre 33.000 coltelli.

Barry è stato innovatore oltre che nel disegno e i meccanismi di apertura e chiusura anche nella ricerca dei materiali .

Assieme ad Herman Schneider fu  il primo ad utilizzare l’ acciaio 154 cm e successivamente il Vasco Wear acciaio ormai in disuso ma che riscosse molto interesse e curiosità in quel periodo. Sperimentò anche materiali per i manici come rame, berillio, bronzo al silicio e titanio.

Le sue collaborazioni più importanti sono state con Loveless e A.G. Russell.

Barry fece una collaborazione Con Bob Loveless nel 1973  dove realizzarono 36 pezzi prima che la loro collaborazione   si sciogliesse. La parte delle lame era gestita da Steve Johnson mentre la parte del manico e del meccanismo era compito di Barry Wood.

La parte gestionale della sua attività è stata sempre seguita dal genero Mike Irie.

Barry Wood ha iniziato a lavorare sul design nei primi anni ’60 e ha spedito i primi MK 1 di produzione pilota nel ’68. Il modello MK 1 è stato interrotto nel 1977.

Ha iniziato a lavorare con Colt nel 1970. Colt lo chiamava “Tuck-A-Way”. La produzione totale di coltelli Colt/MK 1 è stata di oltre 33.000 coltelli.

Morì il 17 marzo 2014

Heinrich “Henry” Frank

In primo piano

Uno dei primi coltellinai ad incidere i bolster dei folder.

Membro della American Knifemaker’s Guild dal 1971 ed è uno dei pochi coltellinai al mondo incluso nel gota della coltelleria mondiale  Art Knife Invitational (AKI)che si tiene ogni anno. Ha sempre avuto una produzione ridotta di circa 6/8 coltelli all’anno. E’ considerato una leggenda nel mondo della coltelleria mondiale.

Henry H Frank, nacque in Germania nel 1931, immigrò negli Stati Uniti nel 1951 ed andò a vivere nell’Ohio. Lavorava in una ditta come disegnatore di nuovi strumenti in un reparto di ingegneria.

Aveva svariate passioni tra cui la pittura, l’intaglio la creazione di oggetti di vetro, l’incisione (in quel periodo di pistole) la gioielleria, la scultura sul calcio dei fucili.

Nel 1961 Henry fece un viaggio in Germania ed acquistò il suo primo coltello chiudibile di buona qualità, pagandolo una considerevole cifra.

Tornato a casa si rese conto che il coltello non teneva l’affilatura.

Usando le proprie capacità e conoscenze decise di rifare il coltello con materiali migliori e lo impreziosì con incisioni. E’ così l’inizio della carriera da coltellinaio di Henry.

Vendette il suo primo coltello nel 1965.

Nel 1970 I suoi coltelli vennero notati da John Amber, un editore di libri. Di quì inizia la sua attività di coltellinaio full time.

Nel 1996 si trasferì in Oregon

Molto interessante questa descrizione della sua vita, uno spaccato di famiglia, che ho trovato in rete

“Non so niente di coltelli, né mi interessano, ma so qualcosa su Henry Frank. Ho vissuto di fronte a Henry Frank negli anni ’70 a Whitefish, nel Montana. All’epoca ero un adolescente. Sono andato al liceo con sua figlia, Linda, la sua unica figlia. Henry è nato in Germania. Era nella Gioventù Hitleriana quando era giovane, un fatto che non era troppo entusiasta di discutere in dettaglio. Ha solo detto che non era un grosso problema in quel momento, era proprio come essere nei Boy Scout. Fortunatamente era troppo giovane per essere arruolato nell’esercito durante la seconda guerra mondiale. Alla fine è scappato in Canada mentre era ancora un adolescente, credo. È lì che ha incontrato sua moglie, Joan, anche se hanno divorziato molto tempo fa. Si sono poi trasferiti negli Stati Uniti, dove è diventato cittadino. Henry era un appassionato sostenitore della salute e del fitness. Era un corridore regolare, come mio padre. Aveva solo un polmone. Le cose in Germania erano andate molto male e quando è immigrato si è scoperto che aveva la tubercolosi e doveva farsi rimuovere un polmone. Henry era una specie di tedesco autocratico stereotipato e sua figlia Linda lo faceva impazzire perché era molto atletica e socievole e non riusciva a capire perché non volesse restare a casa tutto il tempo ed essere la figlia rispettosa invece di andare sempre fuori con i suoi amici. Hanno combattuto molto. Quando voleva davvero farlo incazzare, gli faceva il saluto hitleriano! Ricordo che una volta mi sono  intrufolato nel suo piccolo studio per vedere la zanna di elefante che aveva lì dentro. Ha usato l’avorio per i suoi coltelli. È stata una grande cosa. Questo era prima che diventasse illegale possedere l’avorio. Ricordo anche che dovette registrarsi presso l’FBI o qualcosa del genere perché era un incisore e quindi un potenziale contraffattore. La mia famiglia ha perso da tempo i contatti con Henry. Si sono allontanati da Whitefish e Henry ora vive in Oregon. Ma era un bel personaggio. Spero che queste informazioni ti siano state utili.”

Incideva solo su suoi coltelli e solo molto raramente incideva su coltelli di altri Maestri. Questo è un rarissimo caso dove ha inciso un coltello di Ted Dowell (membro fondatore e president dell’ American Knifemaker’s guild), Maestro indiscusso degli integrali.

Ancora all’età di 85 anni Henry passava le sue giornate in laboratorio a fare coltelli.

Una passione durata una vita

Alcune foto sono prese dal libro Coltelli Pieghevoli di David Darom

Il Maestro

Mio nonno nacque nel 1912

Di suo padre solo un vago ricordo. Aveva 3 anni, lo accompagnò al treno quando nel ’15 partì per la guerra. Mio nonno raccontava di ricordarsi di quel momento  solo di una sensazione di disagio e di sua madre che piangeva. Da quella guerra, suo padre non tornò mai più.

Vivevano in un piccolo agglomerato rurale nell’interno dell’ appennino tosco emiliano (5 case di contadini) lontani almeno 15 km dal primo piccolo paesino.

Per una donna sola e senza lavoro è dura tirare avanti, poteva forse decidere di risposarsi e farsi mantenere da qualche scapolone, ma non fece così, preferì con dignità tirare avanti come poteva; una piccola stanza prestata dai contadini del posto e per mangiare si affidava ai regali dei vicini.

Tutto il resto era superfluo.

Mio nonno crebbe così tra stenti e povertà. La mattina all’ alba quando i contadini partivano per il lavoro nei campi, la mia bisnonna svegliava mio nonno perché riteneva giusto che anche se non avevano un lavoro, dovevano fare vedere ai vicini che non erano dei vagabondi; un senso di rispetto nei confronti di coloro che potevano e dovevano lavorare.

Appena mio nonno fu in età scolare, venne mandato in un seminario un po’ per studiare ed un po’ perché era l’ unico modo che gli garantisse un pasto ed un letto per dormire.

Mi raccontava di quando la mattina per lavarsi il viso, nell’ inverno spesso doveva spaccare la crosta di ghiaccio,,,,, aveva alcune parti dei lobi delle orecchie mancanti, persi proprio per i geloni dal freddo.

Mio nonno crebbe e divenne Maestro.

Ritornò in quei posti sperduti della sua infanzia e cominciò ad insegnare.

Piccole classi, pluriclassi, dove i bambini accedevano quando potevano, quando non dovevano lavorare nei campi.

Il Maestro non aveva un programma ministeriale, doveva solo cercare di ridurre l’ analfabetismo di quei posti.

Per l’ Italia quelli erano periodi duri: molti erano emigrati, i più fortunati in Europa, tanti in America e Australia.

Mio nonno spesso si vedeva arrivare a casa umili contadini che gli chiedevano di leggergli le lettere che arrivavano dai loro parenti emigrati, che gli chiedevano di scrivere due righe di risposta.

Non ha mai chiesto una lira in cambio, conscio dei tanti aiuti ricevuti nella sua difficile infanzia.

Spesso per contraccambiare i contadini gli regalavano due uova, un coniglio, insomma quello scambio etico dove ognuno ringrazia donando qualcosa che l’ altro non ha.

I tempi passano ed il Maestro era conosciuto e stimato da tutto quell’ ambiente rurale.

Il Maestro in questi posti fa anche un po’ da psicologo per i ragazzi che crescono. Il Maestro ed il prete erano gli psicologi dei poveri

Nel 1962 si compra la sua prima automobile, così la mattina presto il Maestro va a scuola, accende la stufa e poi con la macchina fa il giro delle campagne per prendere i bambini più lontani, poi li porta a scuola, e dopo la lezione spazza e sistema la classe, mentre i bambini fuori lo aspettano e giocano, Poi li rimette in macchina e li riporta alle loro case.

Il Maestro è una persona buona, stimato e rispettato da tutti.

I tempi cambiano, cominciano a nascere i servizi pullman per i ragazzi che devono frequentare la scuola, nelle scuole ci sono i bidelli per pulire le classi, e gli anni passano.

Mio nonno va in pensione, ma continua a vivere nell’ interno di quell’ appennino fino alla fine dei suoi giorni.

Sono passati ormai molti anni,ma ancora oggi quando passo da quei posti, qualcuno dei vecchi mi apostrofa come “il nipote del Maestro”.

Mio nonno era il Maestro

Mio nonno si chiamava Dante

Le origini dello sleipner

In Italia siamo bravi a fare tante cose, ma spesso non riusciamo a valorizzarle a dovere. Così a volte succede anche nei coltelli.

Per i più giovani:

correva l’ anno 2008… nella ricerca di un nuovo acciaio trovai un rivenditore in Italia che aveva diversi acciai nuovi per il mondo della coltelleria, tra questi acciaio c’ era lo sleipner. Al tempo nessuno conosceva questo acciaio. In quel periodo era vivo un forum di “nicchia” circa una cinquantina di iscritti il mitico mckf!

All’ interno del forum, uno scambio di pm tra me, Templar e Mik Molletta e si decise rapidamente di provare questo nuovo acciaio.

Mi smazzo non poco per farmelo arrivare, pagandolo una cifra se non ricordo male sui 50- 70 euro al kg e bisticciando anche con il venditore quando al momento della spedizione rincarò di alcune decine di euro e ci caricò l’ iva, quando alle prime richieste il prezzo risultava già compreso di iva. Del resto comprandone solo pochi kili, era lui che faceva il favore a noi (così diceva) e comunque come si dice: o bere o affogare.

L’ acciaio comunque arrivò, Mik fece alcuni disegni e io li misi su acciaio. Prima di fare i coltelli cominciai con una serie interminabili di provini per cercare di capire come meglio “cuocere” lo sleipner. Vero, c’erano i data sheet ma più che altro erano data “shit” perchè alle prove con il durometro certe cose non tornavano ( o forse ero io non ingrado di interpretare i data sheet, non so. In quel momento non avevo il durometro quindi ad ogni provino dovevo andare in cerca di una ditta della zona che per piacere mi facesse i test al durometro per valutare la durezza.

Una serie infinita di aggiustamenti, ipotizzando anche una differenza di riposta tra i gradi interni reali del mio forno ed i gradi segnati sul display. Fatto sta che per questo maledetto acciaio, bastavano pochi gradi di differenze e subito si sballava la durezza… bastardo!!!

Finalmente si passò alla realizzazione dei due primi prototipi (primi in Italia sicuro, forse anche al mondo) coltelli in sleipner.

Quì un piccolo aneddoto: in quel periodo, il forum mckf era molto goliardico, si respirava una buona aria di amicizia e di gioco. Una frase tipica di Mik quando scherzava con Tommy (Knife Research) era apostrofarlo “BRUtto FENocchio”, infatti in firma, tanti utenti per stare al gioco avevano messo il logo del Brufen (il farmaco).

Di quì nacque il nome dei primi due coltelli in sleipner. Una coppia di lame chiamate BRU & FEN.

Quì di seguito alcuni video dei test. Nel primo video è bellissimo sentire Mik che ride soddisfatto del risultato. Forse già consapevole che questo acciaio si sarebbe continuato a vedere negli anni a venire.

Oggi lo sleipner è una realtà.

Il tempo passa,

ma questo fu l’ inizio.

http://youtu.be/iI3wpp9ZIf0

http://youtu.be/sUYIpGon7y0

http://youtu.be/LDpaZ8CL2GE

http://youtu.be/JK7qXnJFUz4

http://youtu.be/cqCRi9uySn0

Don Fogg

Possiamo dire che il Maestro forgiatore Don Fogg è una leggenda nel mondo della produzione di coltelli. Don, uno dei fabbri e coltellinai più apprezzati al mondo, ora dedica la maggior parte del suo tempo all'insegnamento e alla produzione di coltelli occasionali.
Fogg si trasferì dal New England per aprire un negozio nelle zone rurali di Jasper, nell'Alabama, per stare vicino al suo amico e mentore, Jimmy Fikes. Ha anche aiutato il fatto che il costo della vita dell'Alabama fosse più attraente e il clima più invitante di quello del New England. 
Nel 1981 ha ricevuto l'accreditamento Master Bladesmith dall'American Bladesmith Society superando un test difficile e completo
Don Fogg è tra i grandi Maestri della coltelleria custom. Ha iniziato la sua carriera professionale nel 1979, quando ha partecipato al suo primo spettacolo a Birmingham, Ala. Prima di allora Fogg gestiva il proprio negozio di fabbro, ma era sempre interessato alla lavorazione delle spade. Stima che oggi ci siano meno di una dozzina di fabbri di spade professionisti che lavorano negli Stati Uniti. Dalle ricerche  su Internet si può trovare  facilmente centinaia di coltellinai, ma pochi fabbri forgiatori di spade. L'ovvia ragione di questa piccola popolazione di spadaccini è la domanda limitata e la grande difficoltà nella realizzazione di una spada. 
Fogg costruì la maggior parte delle proprie attrezzature per il trattamento termico e la forgiatura, inclusa una pressa idraulica da 20 tonnellate. Per i suoi manufatti utilizza anche torni, frese, trapani a colonna, seghe a nastro e smerigliatrici. Tuttavia, questi elettroutensili li usa con parsimonia. Il suo lavoro principalmente è manuale. La maggior parte del lavoro viene fatto a mano con raschietti e pietre.
 

Durante gli anni ’80 e ’90, due dei più grandi artisti mondiali della produzione di coltelli, Don Fogg e Murad Sayen, si sono uniti per creare alcuni dei coltelli artistici più straordinari mai concepiti. La piccola quantità di lavoro che hanno fatto insieme è stata chiamata Kemal.

Questi straordinari coltelli unici sono apparsi in quasi tutte le principali pubblicazioni di coltelli e sono stati anche immortalati in diversi libri tra cui "Points of Interest" di Jim Weyer
Potete vedere la collezione sul mio blog
https://www.mimportaunasegapuntozeb.com/2022/01/26/don-fogg-e-murad-sayen/
 
Don ormai da tempo ha deciso di non frequentare più mostre, manteneva contatti con le tante persone che lo seguivano attraverso il suo forum di forgiatura e con il sito personale. 
I lavori di Fogg subiscono molto l' influenza delle lavorazioni di gioiellerie. Le sue finiture impeccabili, linee pulite, lucidature ai massimi livelli, spesso l' uso di materiali costosi. Questo è quello che contraddistingue Fogg dai tanti forgiatori dove spesso le finiture passano in secondo piano.
Il suo logo è un pin in oro. Anche questa una "chicca" che lo contraddistingue e lo rende unico.

James Crowell. Gli albori del competition

James Crowell iniziò a produrre coltelli a Mountain View nel 1980.

Prima di iniziare l’ attività di fabbro e coltellinaio era un meccanico di automobili a  Bryn Mawr, Pennsylvania.

Diventa Master Bladesmith dell’American Bladesmith Society nel 1986 ed è stato certificato come primo padre non fondatore. Riconosociuto poi come Istruttore per l’American Bladesmith Society (ABS).

Jim è un membro della  Bill Moran School di Bladesmithing al Texarkana College e insegna con corsi e seminari di forgiatura “Hammer-Ins”. Il suo impeccabile lavoro, considerato da molti tra i migliori coltelli forgiati a mano. I suoi coltelli sono stati pubblicati su tutte le riviste del settore e sono molto ricercati dai collezionisti in tutto il mondo.

Crowell ha  vinto molti premi tra cui la prima American Bladesmith Society Bill Moran.

Coltello dell’anno, il miglior coltello forgiato di Blade Magazine ed è’ stato il vincitore di numerosi American Bladesmith Society Concorsi di taglio. Jim ha vinto il primo campionato del mondo Concorso di taglio ABS nel 2003(Blade sport) al Blade Show di Atlanta, Georgia.

Specializzato in bowie fighter ed hunter principalmente realizzati con carbon steel e damasco da lui prodotto. Il suo logo è una stella cadente.

Riconosciuto anche nella Hall of Fame presso l’ Historic Arkansas Museum di Little Rock.

Crowell tiene anche corsi presso l’Arkansas Craft School di Mountain View

Il mitico coltello Browning Competition è stato progettato in un lavoro congiunto  tra James Crowell e Reggie Barker. Un coltello storico agli albori del blade sport. Full tang, 10 pollici di lama in acciaio al carbonio e manico in micarta

Mel Pardue

Comincia a realizzare i suoi primi coltelli nel 1957. La maggior parte erano fatti da vecchi lame per seghe a taglio trasversale. Erano coltelli da caccia a lama fissa.

In quel periodo lavorava per uno studio di ingegneria a Mobile, AL continua per cica 11 anni a fare coltelli nel tempo libero, poi nel 1968 gli viene  offerto un lavoro a Tampa, FL. Dove rimane fino 1973. Quì costruisce una casa con annesso il  laboratorio di coltelli sul retro dove può dedicare più tempo alla fabbricazione di coltelli e disporre dell’attrezzatura necessaria per la sua attività che passerà un pò alla volta full time. Per il momento l’ attività di knifemaker resta part-time fino a quando non incontra Frank Cenrtofante, un noto coltellinaio di quel momento (tutti sappiamo l’ importanza di Centofante nella coltelleria moderna). Pardue e Centofante diventano amici e Centofante incoraggia ed   invita Mel a unirsi alla American Knifemakers’ Guild dove nel 1974 ne entra a dar parte e negli anni successivi Centofante segue per il periodo di prova incoraggiandolo ed aiutandolo a perfezionare la tecnica.

Pardue scriverà:”Non c’è modo che io possa ripagare Frank per tutto l’aiuto e l’incoraggiamento che mi ha dato”.

Nel 1976 supera gli esami della Guild e diventa  membro votante (voting member

 Nel 1978  lascia il lavoro nel settore dell’ ingegneria si trasferì a Repton, Al. e

diventa coltellinaio a tempo pieno.

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Dal 1974 ha partecipato a tutti gli show della American Knifemakers’ Guild

e ha fatto parte per 14 anni del direttivo dell’ associazione per diversi anni è stato anche vice presidente della AKG

Inizia una lunga collaborazione come designer di coltelli. Negli ultimi 24 anni ho lavorato con Benchmade  uno dei modelli più famosi Griptilian e  Mini Griptilian, Stimulus, Hunter.

Ha fatto corsi per knifemaking al Batson Blade Symposium per oltre 20 anni.

In questo periodo ha anche insegnato alla scuola dell’American Bladesmith Society (ABS)

Oltre a queste attività teneva corsi di insegnamento nel suo laboratorio a Repton per nuovi knifemakers.

Della sua quarantennale attività possiamo dire che Pardue è considerato uno dei pionieri del coltello personalizzato “tattico.

Mel è stato il primo a creare attività di collaborazione tra il mondo custom e la coltelleria industriale. Dopo di lui molti coltellinai crenderanno contatti con aziende di coltelli ed inizieranno attività di collaborazione con queste. Cosa ancora oggi molto frequente vedere

La cosa che colpisce di questi grandi artisti è la disponibilità ad insegnare, a tramandare le tecniche a nuovi appassionati, a non avere segreti o gelosie. I grandi maker oltre a sapere fare coltelli devono sapere insegnare e tramandare le conoscenze

Mel muore il 24 gennaio 2022

EN

Mel Pardue

He began making his first knives in 1957. Most were made from old cross-cut saw blades. They were fixed blade hunting knives.
At that time he was working for an engineering firm in Mobile, AL he continued for about 11 years to make knives in his part time, then in 1968 he was offered a job in Tampa, FL. Where he remains until 1973. Here he builds a house with an adjoining knife workshop at the back where he can devote time to the manufacture of knives and have more of the equipment necessary for his activity, which he will spend a little full time. At the moment the knifemaker activity remains part-time until he meets Frank Centrtofante, a well-known
cutler of that time (we all know the importance of Centofante in modern cutlery). Pardue and Centofante become friends and Centofante encourages and invites Mell to join the American Knifemakers’ Guild where in 1974 he joins it and in the following years Centofante follows for the trial period encouraging and helping him to perfect the technique.
Pardue will write: “There is no way I can repay Frank for
all the help and encouragement he has me. “
In 1976 he passed the Guild exams and became a voting member (voting member
In 1978 he quit his engineering job and moved to Repton, Al. E
becomes a full-time cutler.
Since 1974 he has participated in all the shows of the American Knifemakers’ Guild
and for 14 years he was a member of the board of the association for several years he was also vice president of the Guild.
He starts a long collaboration as a knife designer for Over the past 24 years I have been working with Benchmade one of the most famous Griptilian and Mini Griptilian models, Stimulus, Hunter.
He has been doing knifemaking courses at the Batson Blade Symposium for over 20 years.
During this time he also taught at the American Bladesmith Society (ABS) school.
In addition to these activities he held teaching courses in his laboratory in Repton for new cutlers.
Of his forty years of activity we can say that Pardue is considered one of the pioneers of the “tactical” personalized knife.
Mel was the first to create collaborative activities between the custom world and industrial cutlery. After him many cutlers

What is striking about these great artists is their willingness to teach, to pass on the techniques to new enthusiasts, to have no secrets or jealousies.

Mel died on January 24, 2022


“Mel helped us usher in an era of collaboration with custom knife manufacturers that continues to inspire the industry decades later.

Hill Pearce from Alabama

Hill ha realizzato fucili a polvere nera decorati prima di dedicarsi alla fabbricazione di coltelli, ha forgiato damasco sotto il compianto membro dell’AKI Sid Bert, ha vinto il premio annuale “Wooden Sword” di Knives nel 1984 con Bob Lum.

Era un caro amico e co-tableholder di Jim Schmidt. Hill cessò la sua attività di knifemaker intorno al 1990-1992.

Il suo lavori non sono noti a molti, ma tutti i Maestri dei “vecchi tempi” sono ben consapevoli dei suoi talenti e delle qualità dei suoi coltelli.

Amava i manici sottili (era una caratteristica dei suoi coltelli) che diceva, li rendevano agili  in  mano. ” He said it ‘rocks’ in the hand lightly, you DON’T want to grip it hard if you were actually *fighting*.

Altre caratteristiche distinguibili nei suoi coltelli erano i

filework molto profondi in modo da essere visti oltre che da sopra anche lateralmente

e gli Spanish notch

I suoi logo erano incisi a mano, per questo nei suoi coltelli il marchio risulta spesso leggermente diverso tra un coltello e l’ altro

I coltelli di Hill erano semplicemente FANTASTICI nel flusso visivo. Guardando un suo coltello la fluidità dello sguardo non è mai disturbata da nessun particolare, da nessun tratto che spezza il movimento degli occhi. Puoi partire dalla punta della lama e scorrere con lo sguardo tutto il coltello fino alla fine del manico e pai trovare un elemento di disturbo, una interruzione del tratto

Dan Piergallini e Jim Cooper aka SharpByCoop sono stati coloro che dopo l ‘ interruzione dell’ attività di Hill hanno ricercato e riportato nelle collezioni importanti i suoi coltelli

Dopo il ritiro dal mondo della coltelleria Hill comprò una casa in aperta campagna con 20 acri di terra. Nessuna televisione, ne computer, solo un telefono

Quì si dedicava alle sue passioni: la scrittura,  sparare con i fucili e suonare la chitarra.

Al momento non sono riuscito a reperire informazioni più recenti. Se leggendo trovate imprecisioni o avete altri elementi da integrare sarò ben felice del vostro contributo

Grazie

Jim Kelso

Schizzo di vita 2018

Jim Kelso ha iniziato la sua carriera artigianale/artistica nel 1970 studiando costruzione di barche al Seattle Community College. Dopo aver acquisito abilità nella lavorazione del legno, iniziò presto a costruire strumenti musicali a corda, concentrandosi sull’ornamento e sviluppando le sue abilità nell’intaglio e nell’intarsio. Nel 1974 inizia a studiare l’incisione su metallo, applicata a parti di banjo, e successivamente armi da fuoco, coltelli e spade e altri oggetti.

Questa base in abbellimenti qualificati è sbocciata in un’espressione più artistica con l’introduzione di Jim all’arte giapponese, in particolare alla lavorazione dei metalli, nel 1981. Kelso ha così ricevuto due borse di studio per arte del metallo e del legno in Giappone nel 1988 e nel 1997. Lì ha incontrato molti dei migliori artigiani/artisti del metallo e del legno, incluso il suo insegnante di metallo principale Sakai Masaichi (Toshimasa). Sempre nel 1988 Kelso è stato onorato di essere incaricato di impugnare una spada in collaborazione con Yoshindo Yoshihara, un importante fabbro giapponese, conosciuto anche in Italia per i suoi seminari fatti anni fa a Scarperia.

Intorno al 1985 Jim iniziò a progettare e produrre netsuke, gioielli e scatole in metalli preziosi, leghe giapponesi e smalti, fondendo tecniche ed estetiche giapponesi ed europee. Questo ha iniziato un periodo gratificante di esibizione in fiere di artigianato di fama nazionale, tra cui lo Smithsonian Craft Show e il Philadelphia Museum Craft Show, vincendo il primo premio nel 1995.

Il lavoro di Jim ha ottenuto premi in mostre nazionali e internazionali tra cui il Philadelphia Museum of Art Craft Show, l’Art Knife Invitational, il Paris Custom Knife Show e il Knifemakers’ Guild Show.

Mentre la sua carriera si sviluppa, Jim continua a esporre e ad essere collezionato ampiamente negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. In particolare, il suo lavoro è stato acquisito dalla Renwick Gallery dello Smithsonian e dal Museo Kiyomizu-Sannenzaka di Kyoto, dove i suoi pezzi sono stati esposti insieme ai maestri della lavorazione dei metalli Unno Shomin e Shoami Katsuyoshi.

Collezioni degne di nota con il suo lavoro includono la Renwick Gallery of the Smithsonian, HIH Princess Takamado, Fleur Bresler, Eugene & Shirley Cordes, Thomas Edson,

Robert Kinsey, David Mamet, Laurence & Marlene Marton, Valter Somaschini e Sylvester Stallone.

Kelso ha tenuto conferenze e dimostrato presso il Freer/Sackler of the Smithsonian, il Boston Museum of Fine Arts, il Colorado Metalsmiths, la Society of North American Goldsmiths e l’International Netsuke Society, nonché in numerose sedi regionali. Il suo lavoro è stato descritto in e sulle copertine di molti libri e periodici.

La continua ricerca e lo studio di nuove tecniche e forme di Jim lo hanno portato al suo attuale obiettivo di realizzare scatole, vasi, sculture e kenbyo (schermi di visualizzazione) in legno, metallo e materiali speciali, il tutto con l’obiettivo di esprimere il suo amore per la natura divina.

Dichiarazione dell’artista

In mezzo al caos e alla fretta della cultura moderna, la vita è piena di bellezza e mistero se solo riusciamo a trovare un tempo, un luogo e un metodo per calmare le nostre menti. Trovo spesso quei momenti mentre girovago o mi siedo in un luogo appartato e rigenerante nei boschi.

Vicino a casa mia, nel nord del Vermont, ci sono molti luoghi fisicamente belli con cascate d’acqua, alberi e formazioni rocciose. A volte è presente anche qualche elemento impossibile da descrivere. È una presenza sentita, luminosa, palpabile come qualsiasi oggetto fisico. È in tali luoghi che la mia mente può rilassarsi ed essere in sintonia con la Natura nei minimi dettagli e, a sua volta, con il Potere Creativo oltre le mutevoli forme esteriori.

È la sensazione ineffabile di questi momenti che desidero trasmettere attraverso il mio lavoro, indipendentemente dal mezzo, dalle tecniche, dalla scala o dallo stile. La mia immaginazione emerge sempre più come il mio più grande alleato e, se avrò successo, il mio lavoro stimolerà un senso di connessione con il mondo naturale in coloro che lo vedono.

Molte volte è la più semplice relazione o giustapposizione di elementi di design che è la più bella o evocativa, come spesso si trova nell’arte giapponese. Inoltre, come i giapponesi, abbraccio la totalità della natura, compresa l’effimero, il decadimento, la morte, la familiarità e la semplicità, nonché gli ideali più convenzionali di bellezza, armonia ed equilibrio.

Louie Mills and J. Kelso

Mi piace creare oggetti facili da impugnare e maneggiare. Penso che questa scala intima e la qualità tridimensionale aiutino sia me stesso che lo spettatore a focalizzare la nostra attenzione e, in una certa misura, ad entrare in un mondo diverso.