Barry B. Wood

Era un ingegnere e la sua esperienza professionale lo aiutò molto nel creare ottimi disegni

ma soprattutto gli permise di giocare con la meccanica inventando nuovi sistemi di apertura e chiusura.

Una sua grande passione erano il mare e la vela e per questo cercò di realizzare un coltello che fosse forte e potesse essere aperto con una sola mano.

Inventò un  meccanismo unico di apertura/chiusura, i coltelli di Barry sono stati indicati con vari nomi, come “swinglock”, “swivel knife”, “rotating folder”, “Wood lock”. Barry iniziò la sua produzione di coltelli nel suo garage/laboratorio a Venice, CA. Iniziò la vendita dei suoi coltelli nel 1967

Successivamente aprì  un secondo negozio sempre a Venice.

Gli interessanti coltelli pieghevoli di Barry attirarono l’attenzione dei ragazzi della Colt Firearms, che gli commissionarono la produzione della Colt Tuck a way Folder. Modellato sul modello Mk.1 di Barry, il “Tuck a way” rimane il più insolito dei coltelli Colt. Il “Tuck a way” fu introdotto nel 1969 e la produzione continuò fino al 1978.  La produzione totale di coltelli Colt/MK 1 è stata di oltre 33.000 coltelli.

Barry è stato innovatore oltre che nel disegno e i meccanismi di apertura e chiusura anche nella ricerca dei materiali .

Assieme ad Herman Schneider fu  il primo ad utilizzare l’ acciaio 154 cm e successivamente il Vasco Wear acciaio ormai in disuso ma che riscosse molto interesse e curiosità in quel periodo. Sperimentò anche materiali per i manici come rame, berillio, bronzo al silicio e titanio.

Le sue collaborazioni più importanti sono state con Loveless e A.G. Russell.

Barry fece una collaborazione Con Bob Loveless nel 1973  dove realizzarono 36 pezzi prima che la loro collaborazione   si sciogliesse. La parte delle lame era gestita da Steve Johnson mentre la parte del manico e del meccanismo era compito di Barry Wood.

La parte gestionale della sua attività è stata sempre seguita dal genero Mike Irie.

Barry Wood ha iniziato a lavorare sul design nei primi anni ’60 e ha spedito i primi MK 1 di produzione pilota nel ’68. Il modello MK 1 è stato interrotto nel 1977.

Ha iniziato a lavorare con Colt nel 1970. Colt lo chiamava “Tuck-A-Way”. La produzione totale di coltelli Colt/MK 1 è stata di oltre 33.000 coltelli.

Morì il 17 marzo 2014

Le origini dello sleipner

In Italia siamo bravi a fare tante cose, ma spesso non riusciamo a valorizzarle a dovere. Così a volte succede anche nei coltelli.

Per i più giovani:

correva l’ anno 2008… nella ricerca di un nuovo acciaio trovai un rivenditore in Italia che aveva diversi acciai nuovi per il mondo della coltelleria, tra questi acciaio c’ era lo sleipner. Al tempo nessuno conosceva questo acciaio. In quel periodo era vivo un forum di “nicchia” circa una cinquantina di iscritti il mitico mckf!

All’ interno del forum, uno scambio di pm tra me, Templar e Mik Molletta e si decise rapidamente di provare questo nuovo acciaio.

Mi smazzo non poco per farmelo arrivare, pagandolo una cifra se non ricordo male sui 50- 70 euro al kg e bisticciando anche con il venditore quando al momento della spedizione rincarò di alcune decine di euro e ci caricò l’ iva, quando alle prime richieste il prezzo risultava già compreso di iva. Del resto comprandone solo pochi kili, era lui che faceva il favore a noi (così diceva) e comunque come si dice: o bere o affogare.

L’ acciaio comunque arrivò, Mik fece alcuni disegni e io li misi su acciaio. Prima di fare i coltelli cominciai con una serie interminabili di provini per cercare di capire come meglio “cuocere” lo sleipner. Vero, c’erano i data sheet ma più che altro erano data “shit” perchè alle prove con il durometro certe cose non tornavano ( o forse ero io non ingrado di interpretare i data sheet, non so. In quel momento non avevo il durometro quindi ad ogni provino dovevo andare in cerca di una ditta della zona che per piacere mi facesse i test al durometro per valutare la durezza.

Una serie infinita di aggiustamenti, ipotizzando anche una differenza di riposta tra i gradi interni reali del mio forno ed i gradi segnati sul display. Fatto sta che per questo maledetto acciaio, bastavano pochi gradi di differenze e subito si sballava la durezza… bastardo!!!

Finalmente si passò alla realizzazione dei due primi prototipi (primi in Italia sicuro, forse anche al mondo) coltelli in sleipner.

Quì un piccolo aneddoto: in quel periodo, il forum mckf era molto goliardico, si respirava una buona aria di amicizia e di gioco. Una frase tipica di Mik quando scherzava con Tommy (Knife Research) era apostrofarlo “BRUtto FENocchio”, infatti in firma, tanti utenti per stare al gioco avevano messo il logo del Brufen (il farmaco).

Di quì nacque il nome dei primi due coltelli in sleipner. Una coppia di lame chiamate BRU & FEN.

Quì di seguito alcuni video dei test. Nel primo video è bellissimo sentire Mik che ride soddisfatto del risultato. Forse già consapevole che questo acciaio si sarebbe continuato a vedere negli anni a venire.

Oggi lo sleipner è una realtà.

Il tempo passa,

ma questo fu l’ inizio.

http://youtu.be/iI3wpp9ZIf0

http://youtu.be/sUYIpGon7y0

http://youtu.be/LDpaZ8CL2GE

http://youtu.be/JK7qXnJFUz4

http://youtu.be/cqCRi9uySn0

Mel Pardue

Comincia a realizzare i suoi primi coltelli nel 1957. La maggior parte erano fatti da vecchi lame per seghe a taglio trasversale. Erano coltelli da caccia a lama fissa.

In quel periodo lavorava per uno studio di ingegneria a Mobile, AL continua per cica 11 anni a fare coltelli nel tempo libero, poi nel 1968 gli viene  offerto un lavoro a Tampa, FL. Dove rimane fino 1973. Quì costruisce una casa con annesso il  laboratorio di coltelli sul retro dove può dedicare più tempo alla fabbricazione di coltelli e disporre dell’attrezzatura necessaria per la sua attività che passerà un pò alla volta full time. Per il momento l’ attività di knifemaker resta part-time fino a quando non incontra Frank Cenrtofante, un noto coltellinaio di quel momento (tutti sappiamo l’ importanza di Centofante nella coltelleria moderna). Pardue e Centofante diventano amici e Centofante incoraggia ed   invita Mel a unirsi alla American Knifemakers’ Guild dove nel 1974 ne entra a dar parte e negli anni successivi Centofante segue per il periodo di prova incoraggiandolo ed aiutandolo a perfezionare la tecnica.

Pardue scriverà:”Non c’è modo che io possa ripagare Frank per tutto l’aiuto e l’incoraggiamento che mi ha dato”.

Nel 1976 supera gli esami della Guild e diventa  membro votante (voting member

 Nel 1978  lascia il lavoro nel settore dell’ ingegneria si trasferì a Repton, Al. e

diventa coltellinaio a tempo pieno.

( , Undefined, 12
( , Undefined, 12
( , Undefined, 12

Dal 1974 ha partecipato a tutti gli show della American Knifemakers’ Guild

e ha fatto parte per 14 anni del direttivo dell’ associazione per diversi anni è stato anche vice presidente della AKG

Inizia una lunga collaborazione come designer di coltelli. Negli ultimi 24 anni ho lavorato con Benchmade  uno dei modelli più famosi Griptilian e  Mini Griptilian, Stimulus, Hunter.

Ha fatto corsi per knifemaking al Batson Blade Symposium per oltre 20 anni.

In questo periodo ha anche insegnato alla scuola dell’American Bladesmith Society (ABS)

Oltre a queste attività teneva corsi di insegnamento nel suo laboratorio a Repton per nuovi knifemakers.

Della sua quarantennale attività possiamo dire che Pardue è considerato uno dei pionieri del coltello personalizzato “tattico.

Mel è stato il primo a creare attività di collaborazione tra il mondo custom e la coltelleria industriale. Dopo di lui molti coltellinai crenderanno contatti con aziende di coltelli ed inizieranno attività di collaborazione con queste. Cosa ancora oggi molto frequente vedere

La cosa che colpisce di questi grandi artisti è la disponibilità ad insegnare, a tramandare le tecniche a nuovi appassionati, a non avere segreti o gelosie. I grandi maker oltre a sapere fare coltelli devono sapere insegnare e tramandare le conoscenze

Mel muore il 24 gennaio 2022

EN

Mel Pardue

He began making his first knives in 1957. Most were made from old cross-cut saw blades. They were fixed blade hunting knives.
At that time he was working for an engineering firm in Mobile, AL he continued for about 11 years to make knives in his part time, then in 1968 he was offered a job in Tampa, FL. Where he remains until 1973. Here he builds a house with an adjoining knife workshop at the back where he can devote time to the manufacture of knives and have more of the equipment necessary for his activity, which he will spend a little full time. At the moment the knifemaker activity remains part-time until he meets Frank Centrtofante, a well-known
cutler of that time (we all know the importance of Centofante in modern cutlery). Pardue and Centofante become friends and Centofante encourages and invites Mell to join the American Knifemakers’ Guild where in 1974 he joins it and in the following years Centofante follows for the trial period encouraging and helping him to perfect the technique.
Pardue will write: “There is no way I can repay Frank for
all the help and encouragement he has me. “
In 1976 he passed the Guild exams and became a voting member (voting member
In 1978 he quit his engineering job and moved to Repton, Al. E
becomes a full-time cutler.
Since 1974 he has participated in all the shows of the American Knifemakers’ Guild
and for 14 years he was a member of the board of the association for several years he was also vice president of the Guild.
He starts a long collaboration as a knife designer for Over the past 24 years I have been working with Benchmade one of the most famous Griptilian and Mini Griptilian models, Stimulus, Hunter.
He has been doing knifemaking courses at the Batson Blade Symposium for over 20 years.
During this time he also taught at the American Bladesmith Society (ABS) school.
In addition to these activities he held teaching courses in his laboratory in Repton for new cutlers.
Of his forty years of activity we can say that Pardue is considered one of the pioneers of the “tactical” personalized knife.
Mel was the first to create collaborative activities between the custom world and industrial cutlery. After him many cutlers

What is striking about these great artists is their willingness to teach, to pass on the techniques to new enthusiasts, to have no secrets or jealousies.

Mel died on January 24, 2022


“Mel helped us usher in an era of collaboration with custom knife manufacturers that continues to inspire the industry decades later.

Hill Pearce from Alabama

Hill ha realizzato fucili a polvere nera decorati prima di dedicarsi alla fabbricazione di coltelli, ha forgiato damasco sotto il compianto membro dell’AKI Sid Bert, ha vinto il premio annuale “Wooden Sword” di Knives nel 1984 con Bob Lum.

Era un caro amico e co-tableholder di Jim Schmidt. Hill cessò la sua attività di knifemaker intorno al 1990-1992.

Il suo lavori non sono noti a molti, ma tutti i Maestri dei “vecchi tempi” sono ben consapevoli dei suoi talenti e delle qualità dei suoi coltelli.

Amava i manici sottili (era una caratteristica dei suoi coltelli) che diceva, li rendevano agili  in  mano. ” He said it ‘rocks’ in the hand lightly, you DON’T want to grip it hard if you were actually *fighting*.

Altre caratteristiche distinguibili nei suoi coltelli erano i

filework molto profondi in modo da essere visti oltre che da sopra anche lateralmente

e gli Spanish notch

I suoi logo erano incisi a mano, per questo nei suoi coltelli il marchio risulta spesso leggermente diverso tra un coltello e l’ altro

I coltelli di Hill erano semplicemente FANTASTICI nel flusso visivo. Guardando un suo coltello la fluidità dello sguardo non è mai disturbata da nessun particolare, da nessun tratto che spezza il movimento degli occhi. Puoi partire dalla punta della lama e scorrere con lo sguardo tutto il coltello fino alla fine del manico e pai trovare un elemento di disturbo, una interruzione del tratto

Dan Piergallini e Jim Cooper aka SharpByCoop sono stati coloro che dopo l ‘ interruzione dell’ attività di Hill hanno ricercato e riportato nelle collezioni importanti i suoi coltelli

Dopo il ritiro dal mondo della coltelleria Hill comprò una casa in aperta campagna con 20 acri di terra. Nessuna televisione, ne computer, solo un telefono

Quì si dedicava alle sue passioni: la scrittura,  sparare con i fucili e suonare la chitarra.

Al momento non sono riuscito a reperire informazioni più recenti. Se leggendo trovate imprecisioni o avete altri elementi da integrare sarò ben felice del vostro contributo

Grazie

Jim Kelso

Schizzo di vita 2018

Jim Kelso ha iniziato la sua carriera artigianale/artistica nel 1970 studiando costruzione di barche al Seattle Community College. Dopo aver acquisito abilità nella lavorazione del legno, iniziò presto a costruire strumenti musicali a corda, concentrandosi sull’ornamento e sviluppando le sue abilità nell’intaglio e nell’intarsio. Nel 1974 inizia a studiare l’incisione su metallo, applicata a parti di banjo, e successivamente armi da fuoco, coltelli e spade e altri oggetti.

Questa base in abbellimenti qualificati è sbocciata in un’espressione più artistica con l’introduzione di Jim all’arte giapponese, in particolare alla lavorazione dei metalli, nel 1981. Kelso ha così ricevuto due borse di studio per arte del metallo e del legno in Giappone nel 1988 e nel 1997. Lì ha incontrato molti dei migliori artigiani/artisti del metallo e del legno, incluso il suo insegnante di metallo principale Sakai Masaichi (Toshimasa). Sempre nel 1988 Kelso è stato onorato di essere incaricato di impugnare una spada in collaborazione con Yoshindo Yoshihara, un importante fabbro giapponese, conosciuto anche in Italia per i suoi seminari fatti anni fa a Scarperia.

Intorno al 1985 Jim iniziò a progettare e produrre netsuke, gioielli e scatole in metalli preziosi, leghe giapponesi e smalti, fondendo tecniche ed estetiche giapponesi ed europee. Questo ha iniziato un periodo gratificante di esibizione in fiere di artigianato di fama nazionale, tra cui lo Smithsonian Craft Show e il Philadelphia Museum Craft Show, vincendo il primo premio nel 1995.

Il lavoro di Jim ha ottenuto premi in mostre nazionali e internazionali tra cui il Philadelphia Museum of Art Craft Show, l’Art Knife Invitational, il Paris Custom Knife Show e il Knifemakers’ Guild Show.

Mentre la sua carriera si sviluppa, Jim continua a esporre e ad essere collezionato ampiamente negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. In particolare, il suo lavoro è stato acquisito dalla Renwick Gallery dello Smithsonian e dal Museo Kiyomizu-Sannenzaka di Kyoto, dove i suoi pezzi sono stati esposti insieme ai maestri della lavorazione dei metalli Unno Shomin e Shoami Katsuyoshi.

Collezioni degne di nota con il suo lavoro includono la Renwick Gallery of the Smithsonian, HIH Princess Takamado, Fleur Bresler, Eugene & Shirley Cordes, Thomas Edson,

Robert Kinsey, David Mamet, Laurence & Marlene Marton, Valter Somaschini e Sylvester Stallone.

Kelso ha tenuto conferenze e dimostrato presso il Freer/Sackler of the Smithsonian, il Boston Museum of Fine Arts, il Colorado Metalsmiths, la Society of North American Goldsmiths e l’International Netsuke Society, nonché in numerose sedi regionali. Il suo lavoro è stato descritto in e sulle copertine di molti libri e periodici.

La continua ricerca e lo studio di nuove tecniche e forme di Jim lo hanno portato al suo attuale obiettivo di realizzare scatole, vasi, sculture e kenbyo (schermi di visualizzazione) in legno, metallo e materiali speciali, il tutto con l’obiettivo di esprimere il suo amore per la natura divina.

Dichiarazione dell’artista

In mezzo al caos e alla fretta della cultura moderna, la vita è piena di bellezza e mistero se solo riusciamo a trovare un tempo, un luogo e un metodo per calmare le nostre menti. Trovo spesso quei momenti mentre girovago o mi siedo in un luogo appartato e rigenerante nei boschi.

Vicino a casa mia, nel nord del Vermont, ci sono molti luoghi fisicamente belli con cascate d’acqua, alberi e formazioni rocciose. A volte è presente anche qualche elemento impossibile da descrivere. È una presenza sentita, luminosa, palpabile come qualsiasi oggetto fisico. È in tali luoghi che la mia mente può rilassarsi ed essere in sintonia con la Natura nei minimi dettagli e, a sua volta, con il Potere Creativo oltre le mutevoli forme esteriori.

È la sensazione ineffabile di questi momenti che desidero trasmettere attraverso il mio lavoro, indipendentemente dal mezzo, dalle tecniche, dalla scala o dallo stile. La mia immaginazione emerge sempre più come il mio più grande alleato e, se avrò successo, il mio lavoro stimolerà un senso di connessione con il mondo naturale in coloro che lo vedono.

Molte volte è la più semplice relazione o giustapposizione di elementi di design che è la più bella o evocativa, come spesso si trova nell’arte giapponese. Inoltre, come i giapponesi, abbraccio la totalità della natura, compresa l’effimero, il decadimento, la morte, la familiarità e la semplicità, nonché gli ideali più convenzionali di bellezza, armonia ed equilibrio.

Louie Mills and J. Kelso

Mi piace creare oggetti facili da impugnare e maneggiare. Penso che questa scala intima e la qualità tridimensionale aiutino sia me stesso che lo spettatore a focalizzare la nostra attenzione e, in una certa misura, ad entrare in un mondo diverso.