Michael Price

Nato a Limerick, in Irlanda, Michael Price era figlio di un noto coltellinaio irlandese. Cercando di sfuggire alle squallide condizioni dell’Irlanda, scelse di immigrare in America dove si sarebbe affermato nell’arte insegnatagli da suo padre. Price emigrò a San Francisco, in California nel 1860. In quegli  anni un uomo della sua abilità e talento con l’acciaio  nella costruzione di coltelli era il benvenuto ed avrebbe così dato vita alla sua scalata  nella coltelleria.

Breve premessa per collocare il periodo…

“San Francisco è stata fondata il 29 giugno 1776 da coloni spagnoli. La corsa all’oro della California del 1849 portò una rapida crescita mentre i cercatori di tesori si riversavano nell’area in cerca di fortuna. Le scoperte d’argento hanno ulteriormente determinato un’impennata della popolazione. Orde di persone attraversavano la città, l’illegalità era comune e parti della città hanno acquisito notorietà come rifugio per criminali, prostituzione e gioco d’azzardo. In questo contesto, per i signorotti della città, giocatori d’azzardo, negozianti e banchieri era fondamentale avere con se un coltello per difendersi.” Nasce così l’ “old San Francisco style” nella coltelleria con coltelli spesso impreziositi da manici con materiali pregiati e con pietre preziose, lame da difesa  ed offesa come le push dagger. Nel contempo i coltelli grossi da campo e coltelli da caccia erano fondamentali per esplorare gli ambienti ostili abitati da animali feroci e popolazioni selvagge.

Price arriva a San Francisco nel 1856. Sembra che abbia iniziato a lavorare come idraulico. Price iniziò poi in seguito a produrre coltelli nel 1858. Espone alla primissima Fiera della Meccanica a San Francisco, dove pubblicizzai suoi coltelli e le qualità altissime dell’ acciaio usato. I coltelli venivano forniti con foderi in pelle e / o metallo sagomati, clip per cintura spesso le sue impugnature avevano la classica parte terminale a bulbo, cosa che verrà riprodotta spesso nei decenni a venire anche da molte altre ditte e coltellinai. I coltelli da lavoro (camp e caccia) avevano spesso manici in cervo

Nel 1859, Price apre il suo primo negozio coltelli  all’angolo del negozio di armi da fuoco di A.J. Taylor. Taylor era un popolare trafficante d’armi che vendeva, tra le altre armi da fuoco degne di nota, il famosissimo derringer. Un cliente disattento, secondo la leggenda di San Francisco, accidentalmente sparò in faccia a Taylor mentre maneggiava una delle sue armi. Malgradi il grave incidente Taylor sopravvisse . Nel 1860, Michael Price stava rapidamente diventando un famoso coltellinaio californiano. Ha progettato e realizzato di tutto, dalle lame multiuso alle push dagger di prima classe dei giocatori d’azzardo suo è anche il popolare coltello in stile Bowie. Suo padre, che si era specializzato nella lavorazione di coltelli per i suoi clienti irlandesi, presto si unì al figlio. Si diceva che un Bowie Price fosse in grado di attraversare una pila di tre dollari d’argento senza comunque perdere le sue caratteristiche di taglio e punta.

Si specializzò anche nei coltelli da campo e da caccia i quali dovevano essere usati duramente da cacciatori di bufali, minatori, pistoleri, allevatori di bestiame e quei pionieri che viaggiavano verso il nord ed in Alaska. Il perfetto bilanciamento di un coltello da campo Price diventò  leggendario intorno ai fuochi da campo in tutta la frontiera.

Michael Price Sr. ha instillato in suo figlio il dono di un design premuroso ma elegante per i suoi coltelli e altri prodotti affilati, come il popolare rasoio a mano libera Price. Padre e figlio riuscirono a trovare il compromesso perfetto tra lama affidabile e manico ergonomico pur mantenendo un ottimo bilanciamento del coltello. La loro lavorazione, i materiali utilizzati, il trattamento termico e la tempra e la corretta geometria della lama per ogni tipo di coltello hanno reso un coltello Price unico tra tutti gli altri. Un coltello Price originale si adatta alla mano come un guanto su misura e diventa un’estensione per chi lo impugna.

Michael Price Jr. ha trovato il suo spazio nella coltelleria creando quelli che oggi vengono comunemente chiamati “coltelli d’arte” a quel tempo (old syle San Francisco). Lavorava  con materiali esotici come l’avorio e l’ abalone. Le sue capacità orafe  di fondere oro e argento, impreziosivano parti della guardia, il butt cap e partidel fodero . Creando così pezzi unici e preziosi indirizzati ad una clientela .Anche i gioielli e le pietre preziose diventerebbero un marchio decorativo di Price. Oggi, i coltell di  Price raggiungono prezzi astronomici all’asta

Michael Price è senza dubbio il più noto produttore di “California Knife” del 19° secolo. I suoi California, o “San Francisco Bowies” come vengono comunemente chiamati, sono unici nel loro design per includere foderi metallici e clip per cintura sagomati.

Molti coltellinai e marche industriali ancora oggi ricopiano le mitiche ed uniche linee che Price originariamente creò. Tanto per fare un esempio

Al Mar, Bill Bagwell, Bill Moran, Gil Hibben reinterpretarono in modo magistrale le sue line che ancora oggi sono attuali.

Michael Price morì nell’aprile del 1889, quattro anni dopo suo padre. Tuttavia, il loro lavoro continua a vivere nelle collezioni di tutto il mondo.

Bibliografia

https://frontierpartisans.com/21501/san-francisco-steel-the-legendary-knife-lore-of-michael-price-

https://www.bladeforums.com/threads/who-was-michael-price.228642/

L’ immortalità del merendino

Ore 5,40. Mi faccio un caffè. In genere faccio colazione con caffè nero e un pezzo di dolce, spesso fatto da mia moglie. Questa mattina però non c’è niente da mangiare.Ho fame, non mi va di iniziare la mattina solo con l’ amaro del caffè, ho bisogno di qualche cosa di dolce che mi tolga quel retrogusto acido del caffè. Poi dopo colazione mi accenderò come di consueto un sigaro.Devo trovare qualche cosa di solido per accompagnare il caffè. Apro la dispensa, comincio a cercare. Un pacco di biscotti, un Mulino Bianco qualsiasi, niente, non trovo niente. Allungo gli occhi nella parte più posteriore degli scaffali, quella zona dove viene stivato, zucchero farina e scatolette. Quella zona che resta per anni inesplorata. Trovo un contenitore con dentro scatolette di tonno, non so perchè mi viene da guardare dentro , trovo un inaspettato merendino.Avete presente quei sacchetti trasparenti dove dentro c’è un simil plum cake? Quei sacchettini gonfi che da bambino li schiacciavi in mano e si aprivano scoppiando con un poff sordo.Non mi piacevano neppure da piccolo, li associo ad una gita scolastica dove un bambino l’ aveva vomitato sul pulmann e l’ odore mi è rimasto nel naso per tutto il giorno. Che schifo.In dispensa non trovo altro, il caffè sta cominciando a freddarsi, devo prendere una decisione.Schiaccio l’ involucro trasparente e … poff il merendino si apre e sprigiona il suo “aroma” di vomito.Non è cambiato da quando lo mangiavo da piccolo, stesso odore, stessi pezzettini di cioccolato stesso pirottino di carta dove la parte più croccante e più buona del merendino resta attaccata alla plissettatura, sei costretto a leccarti l’ interno del pirottino, se vuoi mangiarti tutto il dolce.No, non è cambiato, stesso sapore e stesse sensazioni. Questa mattina va così. Un salto indietro nel tempo.Finisco di masticare l’ ultimo boccone e l’ occhio mi cade sull’ involucro trasparente. Totalmente anonimo, non c’è una marca, un indicazione di calorie, non c’è niente.Solo una data, stampigliata la scadenza: 15/04/2012. Ho mangiato un “qualcosa” che era scaduto quasi 10 anni, solo la data a testimoniarlo. Le qualità organolettiche sono rimaste immutateNon è cambiato niente,faceva schifo appena confezionato, fa schifo ora, 10 anni dopo la scadenza.Questi hanno scoperto l elisir dell’ immortalità e non se ne sono ancora resi conto