Canzone canina

Canzone canina

In una stalla di campagna,
sopra le stuoie, all’aurora,
ha partorito una cagna
sette piccoli cuccioli d’oro.
Fino a tardi li ha carezzati tutti,
pettinati  con la sua lingua,
e grondava di ghiaccioli strutti
a sera la sua pancia pingue.
Ma quando sui pali di sera
vanno a dormire i galletti,
è venuto il padrone nero
e li ha messi dentro un sacchetto.
La madre fuggì sulla neve,
fuggì per corrergli dietro:
a lungo tremò l’acqua
lieve sotto il rotto specchio di vetro.
Si leccava il sudore sul pelo
ritornando piena di cruccio:
sulle case la luna là in cielo
le pareva quasi un suo cucciolo.
Su nella cerula tenebra
essa la guarda ed abbaia:
ma svanisce la luna tenera
dietro la siepe dell’aia.
E come nell’odio non si lagna
se le gettano pietre per giuoco,
così ruota i suoi occhi di cagna
come due stelle di fuoco.

                                        Sergej Esenin

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